Ciao Mikonos, ti rispondo, sperando sempre di fare un ragionamento costruttivo per chi ci segue.
Posso dirti il mio approccio, in generale, verso alcuni lavori del genere.
Non lavoro mai in RGB per qualcosa che come priorità ha la stampa, ma sempre in CMYK.
È una mia abitudine lavorativa da venticinque anni.
I colori rgb non si possono normalmente stampare.
A parte stampe a 5-6-8 colori ma che presuppongono anche l'utilizzo di specifici pantone.
Una alternativa molto costosa e rifare il tutto in serigrafia. In quel caso si può ottenere un risultato come l'originale. C'è una azienda americana che in ambito arcade lavora ancora in questo modo, in serigrafia.
Quindi cerco di concentrarmi sul valore numerico del singolo colore cmyk, perché soltanto da quello verrà fuori il colore. Valutare il singolo colore richiede tempo.
È sempre una operazione dove non si può mai raggiungere la perfezione per svariati motivi; in primis la stampa finale, il materiale utilizzato.
Però è un lavoro che va fatto per cercare di ridurre la percentuale di errori, che, sommati, possono portare ad un risultato errato.
Il ragionamento che faccio è il seguente.
Come era l'originale?
Se ho sotto le mani un pezzo originale metà del lavoro è già fatto.
Verifico su un atlante cromatico a quale colore in cmyk si avvicina e mi regolo di conseguenza.
20230124_121344.jpg
20230124_121316.jpg
Ma sempre lavorando in cmyk.
Anche perché convertire da rgb a cmyk, volendo essere estremamente precisi, si generano dei valori cromatici sporchi, che rendono imprecisa la stampa di determinati colori.
Discorso originale se serigrafia.
Con le tinte piatte (serigrafia e pantone) si può fare ben poco con 4 colori (cmyk)
Ma anche in questo caso il ragionamento è lo stesso: ricercare il valore numerico migliore.
Sul discorso colori che cambiano nel tempo, se sono colori serigrafici è molto difficile che avvenga.
Di solito una maglietta si poteva distruggere a furia di lavarla, ma i colori "tossici" di una volta erano molto resistenti. Non sono paragonabili ai colori di oggi con le nuove normative.
Di solito cerco di rispettare ciò che più si avvicina al passato. E se non posso sapere al 100% il suo colore originale di un tempo prendo come riferimento il campione del passato più recente a disposizione.
Sono contrario, per mia natura, nel fatto che tutto ciò che è brillante e luccicante è migliore del lavoro di un tempo.
Tornando al discorso del goblin, io avrei lasciato il giallo più tendente all'ocra scuro. Più "sporco", perché mi sembra più simile all'originale. Avrei mantenuto una maggiore differenza cromatica per farlo risaltare di più rispetto allo sfondo dell'erba.
Anche perché, volendo parlare di illustrazione, di proposito è stato disegnato in quel modo, per creare contrasto con lo sfondo e mettere in risalto il personaggio.
Un vantaggio di questa scelta sarebbe duplice;
piccole percentuali di differenza di colore (5%) in stampa si possono perdere. Oltre a ciò basta anche la luce del sole per farci percepire tutto un colore unico.
Quindi quando si crea un contrasto cromatico molto debole, non possiamo fidarci soltanto del nostro monitor, perché entrano in gioco altri fattori esterni.
Sarebbe interessante fare una ricerca approfondita, visionare di persona una stampa del tempo originale, un cabinato non restaurato con nuove stampe, per cercare di fare una mappatura cromatica del tutto.
A dire il vero, è un tipo di lavoro che andrebbe fatto su tutti i cabinati.
Perchè alla fine, la differenza la fanno sempre i colori.