Benvenuto Ospite,
per utilizzare il Forum ed avere accesso a tutte le sezioni e poter aprire un tuo Topic, rispondere nelle varie discussioni, mandare o ricevere Messaggi Privati devi seguire pochi passaggi:
News, il-gioco-che-non-mi-ricordo-qual'è, OFF TOPIC e quello che ci pare, ma anche critiche e suggerimenti... -->Niente PUBBLICITA' sotto qualsiasi forma!<--
Ragazze? Io credo che fino ai 16 anni non sapevo neppure esistessero. Nel bar di Caracas del mio paesino credo di non averne mai viste. Che poi in realtà i bar di Caracas erano due, ma nell' altro ci andavo raramente perché c'erano i già citati "quelli più grandi" e lì le ragazze ovviamente erano presenti (ma più grandi pure loro)
Ps: street fighter con 2 tasti è tipo outrun senza la marcia "high" e col volante che sterza tipo solo a sinistra
A proposito di Street Fighter...un pomeriggio un amico mi fa....al bar da Pasquale è arrivato un nuovo gioco bellissimo con personaggi giganti. Effettivamente lo stupore fu tantissimo: voci digitalizzate, grafica da paura, sprite mai visti così enormi. fondali che scorrevano oltre la larghezza dello schermo e poi quelle mosse speciali (la palla di fuoco) che non sapevi come tirarle fuori.
Il cabinato aveva 6 pulsanti e c'era la fila per giocare
Ricordo il trucco con Mike di dargli un colpo e poi mettersi in posizione di parata fino allo scadere del tempo.
Un pomeriggio due ragazzi decisero di finirlo.
Uno agitava il joystick come un matto con il palmo della mano aperta, l'altro premeva i vari pulsanti.
Si arriva finalmente a Adon....con quelle capriole a calcio sospeso...e poi sorpresa con il gigante Sagat.
Intanto quel pomeriggio eravamo tipo in 7 attorno al cabinato.
Sagat pareva invincibile ed eravamo tutti scoraggiati a fare il tifo.
Tra vari continue, finalmente, si arriva al round finale, la giusta serie di colpi, peccato non ricordare quello fatale, Sagat sconfitto! Tutti noi a urlare tipo gol ai mondiali. Vedere poi la faccia tumefatta del tailandese, che soddisfazione.
Poi, dopo qualche tempo, a Napoli, fuori un bar, ci stava un cabonato di Street Fighter diverso dal solito, quello con i pulsantoni di gomma rossi e blu, due, di circa 10 cm di diametro. Lo trovanmo per puro caso perché mio padre doveva comprare le sigarette. Io gioco e non riesco a superare manco il primo livello e comprendo che a seconda se davi un pugno (sì, si giocava così) piano, medio o forte, ottenevi la relativa mossa dei pulsanti mancanti, quindi una padellona in gomma per i pugni e una per i calci. Un disastro.
Ultima modifica di gibranx il 25/10/2024, 13:49, modificato 1 volta in totale.
Io, nato in una piccola città, e vissuto in un piccolo paesino a ridosso della piccola città avevo ben due bar nel paesello con un paio di cab l'uno
e si passavano interi pomeriggi e serate a giocare
Quando si faceva la Festa dell'Unità (quelle vere, quelle fatte da gente volontaria che donava tempo e risorse per donarle ad una causa in cui si credeva fermamente), il bar si arricchiva di cab e flipper per una settimana o due.
Le sere d'estate, calde e afose, regalavano momenti 'da uomini' nella saletta piena di ragazzi e fumo.
Si scoprivano giochi nuovi e, solitamente, quello che incassava di più restava in sostituzione dei giochi presenti precedentemente nel bar.
Andavo a scuola, elementare e medie, a piedi o in bicicletta. Nel primo caso erano a un km da casa mia, nel secondo a 4 per cui si era abbastanza liberi ed indipendenti negli spostamenti.
Quando arrivai alle superiori e dovetti spostarmi in città, presi la corriera.
Ora, chi vive in città non sa cosa significa nascere e vivere in campagna.
Per noi era assolutamente abitudinario andare in bici a 10 km da casa.
Così come era "la cosa giusta" avere il motorino per spostarsi a 14 anni ( a volte anche a 12 o 13 andando per campagna .. ) e quindi il solo fatto di prendere la corriera per andare a scuola (viaggio di 20 minuti circa) era quasi drammatico.
Sulla corriera incontrai altri ragazzi, quelli dei paesi "lontani" e scoprimmo i bulli.. Quelli delle ultime poltrone, quelli che alla fermata ci prendevano da parte e volevano la merenda, i soldi o le sigarette.
Essendo però in una piccola città non ci vuole tanto perché ci si conosca tutti e si abbia qualche amico influente tra le brutte cerchie.
E difatti io passavo per lo più inosservato, anche se andavo poco in corriera perché preferivo andare in motorino o in bicicletta.
Poi andai in Sala Giochi. Ed ebbi la fortuna di andare in una sala dove si era tutti uniti. L'unica regola della sala era che chi giocava ad un doppio e perdeva doveva tornare dietro e rifare la fila per giocare nuovamente.
Conobbi un ragazzo che giocava a Tekken e che era molto bravo. Tanto che mi raccontava di essere andato ad una Torneo a Roma di Tekken e di essere arrivato tra i primi 10
Beh, mi insegno a giocare a Tekken 2 e poi, quando uscì il 3 presi la play con il primo stipendio estivo della raccolta frutta.
Diventai bravo a Tekken 3 tanto che alcuni bulli veri, di quelli che facevano le missioni a picchiare altri come loro, mi pagavano per giocare con loro ed insegnargli le mosse dei loro personaggi.
In generale direi che non ho mai avuto problemi con i bulli, ma più per fortuna che altro. L'unico episodio brutto lo ricordo a Bologna, durante un fuoco da scuola in cui un tossico ci tirò fuori un coltello per avere i nostri soldi. Gli andò malissimo perché non avevamo niente se non il biglietto del treno andata e ritorno già pagato e obliterato nell'andata..
Di risse ne ho viste alcune e la scena più bella che mi è tornata alla mente, grazie al racconto di Gibranx, è stata in una rissa - appunto - dove, credo a capodanno, eravano in una vecchia casa di campagna non abitata da tempo, in cui si era allestita una festona con alcol, droghe, macchinoni ecc
Beh ad un certo punto scoppia una lite per qualche motivo e, in una stanza enorme col soffitto alto, c'erano i due gruppi di ragazzi che si tiravano di tutto.. un mio amico entrò in sala per calmare gli animi e si ritrovò al centro della sala.. gli è arrivato di tutto addosso e allora lui, in un momento di follia prese la sedia a rotelle di un ragazzo disabile e la usò come se fosse la spada di He-Man
Tutti si fermarono e si misero a ridere
..tutti meno il ragazzo disabile ma è stata una scena talmente assurda che mi fa ridere ancora oggi ^^
Poi con l'arrivo del 125 ampliammo gli orizzonti di sale giochi e pub in modo esponenziale.. andai al Bowling !
gibranx ha scritto: ↑25/10/2024, 13:46
Ricordo il trucco con Mike di dargli un colpo e poi mettersi in posizione di parata fino allo scadere del tempo.
Esattamente ^^
Perché tanto colpiva col pugno basso o col calcio e in parata non toglieva energia
Scena bellissima.. sto ragazzotto sulla sua sedia che ad un tratto si ritrova per terra e l'altro che la portava davanti al petto e in alto e davanti al petto ancora e poi la maneggiava con nonchalance davanti a tutti che rimasero congelati
Io invece, in un anonimo venerdì sera come tanti, vi racconto del perché ho questa immagine profilo, e non dico che lo faccia commuovendomi (sarebbe esagerato), ma sicuramente con un po' di groppo in gola, quello si.
Dunque, si tratta del vichingo Erick del picchiaduro ad incontri world heroes 2. Il gioco è del 1993, quindi nel bar di caracas poteva essere massimo il 94, l' anno dei Mondiali di Baggio..ma sto divagando.
Avevo 9-10 anni e con i picchiaduro ho sempre fatto ridere i polli. A Street Fighter 2, per dire, non andavo mai oltre il secondo avversario.
Con world heroes 2, stranamente, no. Era l' unico gioco in cui riuscivo a randellare anche 4-5 personaggi usando Erick il vichingo (cosa per me mitica, un po' come la doppietta di Baggio con la Bulgaria. Dannazione, sto ancora divagando).
I miei genitori venivano alle volte in questo bar, si mettevano nell' altra sala a parlare con gli amici. Una sera, per la prima ed unica volta, ricordo che andai a chiamare mia madre (che purtroppo non c'è più) per farle vedere quanto ero bravo a falciare i nemici con l'ascia di Erick il vichingo...aveva questo attacco sulla media distanza molto potente che permetteva di fare molti danni, tenendo lontano l'avversario.
È un aneddoto piccolo e banale, ma che negli anni mi è sempre rimasto ben impresso ed ancora oggi lo ricordo con nostalgia, affetto e tanta malinconia.