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Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Benchè non sia un grande amante dei bootleg (salvo rarissimi casi, li evito come la peste), non posso non rimanerne, per certi versi, affascinato.
Eh sì perchè, inutile negarlo, qua in Italia, senza bootleg, ci saremmo scordati di vedere tantissimi giochi. Quindi, in un certo senso, dobbiamo
essere grati a queste jamma (e non) di "serie B".
Non si può certo dire che abbiano avuto una lunghissima vita: con l'avvento di CPS2 e Sega Model, i bootleg sono praticamente spariti (avrei poi proprio
voluto vedere come avrebbero realizzato un bootleg di una Model 3...).
Ma veniamo al nocciolo della questione: chi ha informazioni riguardo queste schede? Nello specifico, chi le produceva? Pirati anonimi o software house "minori"?
In Italia chi li produceva e con quale attrezzatura? Qual era il più "grande" produttore di bootleg?
Cercando un po' in rete, l'unico articolo che ho scovato riguarda le copie pirata di Mortal Kombat: http://archiviostorico.corriere.it/1993 ... 6204.shtml (in passato l'avevo
già postato questo articolo). Peccato non scenda molto nei dettagli.
E' interessante però notare come il nome della casa madre, Midway, sia stato storpiato in Yawdim.
Riguardo proprio i riferimenti alla software house, ho notato che a volte che vengono mantenuti tutti i riferimenti alla casa madre (ad esempio nel bootleg di WrestleFest dove compare tranquillamente il nome Technos). In altri invece viene omesso il nome della software house (vedi bootleg di SF2 dove non c'è nessun riferimento alla Capcom nel title screen) oppure, e questo è il caso che mi interessa di più, ci sono casi in cui, viene omesso il nome della casa
che ha prodotto il gioco originale e sostituito con il nome della casa che ha realizzato il bootleg (è l'esempio di Altered Beast, dove non è presente la scritta "SEGA", ma è presente la scritta "DATSU").
Da quelle pochissime informazioni che ho, pare che esistano addirittura bootleg...di bootleg!!! E' il caso sempre di Altered Beast dove, il bootleg della DATSU, pare sia stato preso e trasformato, proprio qua in Italia, in un altro bootleg
chiamato Super Warrior (Mutant Warrior nell'attract mode), mantenendo però lo stesso hardware.
Inoltre, di quanto si riduceva il prezzo rispetto alla scheda originale?
E' interessante poi notare anche le "soluzioni" adottate per cercare di ridurre i costi pur mantenendo le stesse prestazioni (beh, quasi!). Ad esempio, nella seconda metà degli anni '80 era quasi d'obbligo usare come
chip audio lo Yamaha 2151, con 8 note di polifonia e sintesi in FM. Essendo però il top di gamma, il prezzo era chiaramente elevato. Per rispariamare, i "bootleggers" utilizzavano spesso due Yamaha 2203 (quindi fascia bassa)
a 3 note di polifonia ciascuno (quindi 6 in tutto) e sintesi in FM. In generale era difficile occupare tutti e 8 i canali, quindi con 6 si riusciva a coprire tutta la musica e gli effetti, ed era raro che qualche nota/effetto venisse tagliato.
Ma questa è soltanto una delle tante soluzioni adottate per risparmiare.
E voi cosa sapete al riguardo???
Eh sì perchè, inutile negarlo, qua in Italia, senza bootleg, ci saremmo scordati di vedere tantissimi giochi. Quindi, in un certo senso, dobbiamo
essere grati a queste jamma (e non) di "serie B".
Non si può certo dire che abbiano avuto una lunghissima vita: con l'avvento di CPS2 e Sega Model, i bootleg sono praticamente spariti (avrei poi proprio
voluto vedere come avrebbero realizzato un bootleg di una Model 3...).
Ma veniamo al nocciolo della questione: chi ha informazioni riguardo queste schede? Nello specifico, chi le produceva? Pirati anonimi o software house "minori"?
In Italia chi li produceva e con quale attrezzatura? Qual era il più "grande" produttore di bootleg?
Cercando un po' in rete, l'unico articolo che ho scovato riguarda le copie pirata di Mortal Kombat: http://archiviostorico.corriere.it/1993 ... 6204.shtml (in passato l'avevo
già postato questo articolo). Peccato non scenda molto nei dettagli.
E' interessante però notare come il nome della casa madre, Midway, sia stato storpiato in Yawdim.
Riguardo proprio i riferimenti alla software house, ho notato che a volte che vengono mantenuti tutti i riferimenti alla casa madre (ad esempio nel bootleg di WrestleFest dove compare tranquillamente il nome Technos). In altri invece viene omesso il nome della software house (vedi bootleg di SF2 dove non c'è nessun riferimento alla Capcom nel title screen) oppure, e questo è il caso che mi interessa di più, ci sono casi in cui, viene omesso il nome della casa
che ha prodotto il gioco originale e sostituito con il nome della casa che ha realizzato il bootleg (è l'esempio di Altered Beast, dove non è presente la scritta "SEGA", ma è presente la scritta "DATSU").
Da quelle pochissime informazioni che ho, pare che esistano addirittura bootleg...di bootleg!!! E' il caso sempre di Altered Beast dove, il bootleg della DATSU, pare sia stato preso e trasformato, proprio qua in Italia, in un altro bootleg
chiamato Super Warrior (Mutant Warrior nell'attract mode), mantenendo però lo stesso hardware.
Inoltre, di quanto si riduceva il prezzo rispetto alla scheda originale?
E' interessante poi notare anche le "soluzioni" adottate per cercare di ridurre i costi pur mantenendo le stesse prestazioni (beh, quasi!). Ad esempio, nella seconda metà degli anni '80 era quasi d'obbligo usare come
chip audio lo Yamaha 2151, con 8 note di polifonia e sintesi in FM. Essendo però il top di gamma, il prezzo era chiaramente elevato. Per rispariamare, i "bootleggers" utilizzavano spesso due Yamaha 2203 (quindi fascia bassa)
a 3 note di polifonia ciascuno (quindi 6 in tutto) e sintesi in FM. In generale era difficile occupare tutti e 8 i canali, quindi con 6 si riusciva a coprire tutta la musica e gli effetti, ed era raro che qualche nota/effetto venisse tagliato.
Ma questa è soltanto una delle tante soluzioni adottate per risparmiare.
E voi cosa sapete al riguardo???
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khadia
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
beh quando si parla di bootleg non posso che nominarne 2 che per assurdo divennero piu' famosi della loro controparte originale ovvero MEXICO 86 ed EURO LEAGUE hack di KICK AND RUN e TECMO WORLD CUP ma che da noi ebbero parecchio successo a differenza degli originali
THREE WONDERS chariot : 470.300 - BUBBLE BOBBLE: 2.753.560 - STRIKERS 1945 : 441.000
COSMO GANG THE VIDEO : 2.209.750
NUMERATO DALL' FBI
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<-gamer->mattia.m78 ha scritto:who is "babbo" ?!?!
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Negli anni d'oro giravano tante di quelle copie che si misurava la fortuna di un gioco anche da quante case cercavano di copiarlo!
Tutti i noleggiatori si sono lasciati trascinare dalle copie dei giochi, costavano meno della metà ed avevi le tue copie in meno tempo rispetto alla ditta madre, ma spesso questa scelta la pagavi a caro prezzo dato che le bootleg non erano certo esenti da difetti e sopratutto le prime tirature avevano difetti maggiori rispetto alle originali, in alcuni casi invece il reverse engineering portava ad una riprogettazione totale delle schede con dei miglioramenti sostanziali (vedi la sidam).
In ogni caso copiare le schede era difficile, ecco alcune info trattate dal libro avoid missing a ball:
Tutti i noleggiatori si sono lasciati trascinare dalle copie dei giochi, costavano meno della metà ed avevi le tue copie in meno tempo rispetto alla ditta madre, ma spesso questa scelta la pagavi a caro prezzo dato che le bootleg non erano certo esenti da difetti e sopratutto le prime tirature avevano difetti maggiori rispetto alle originali, in alcuni casi invece il reverse engineering portava ad una riprogettazione totale delle schede con dei miglioramenti sostanziali (vedi la sidam).
In ogni caso copiare le schede era difficile, ecco alcune info trattate dal libro avoid missing a ball:
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- kackremboh
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
anch'io sono affascinato dai bootleg...c'é da dire che con buona probabilitá all'epoca noi avevamo giocato proprio su queste più che con gli originali.
A livello costruttivo a volte sono di buona fattura tanto da pareggiare il risultato con l'hardware originale ma quelle piú curiose sono proprio quelle dove cambia pure qualcosa rispetto all'originale:
- titolo diverso ( Final Fight > Final Crash, Robocop > Automat, Moon Patrol > Moon Ranger, etc)
- audio e musiche diversi (esiste proprio un Altered Beast boot con l'audio/musica differente dall'originale)
...credo che molti ma molti bootleg fossero prodotti da Elmac con sede in provincia di Padova, un punto di riferimento per i noleggiatori di tutta Italia...ti basterà fare due parole con qualche anziano noleggiatore (o ex noleggiatore) di qualsivoglia località italiana e ti farà il nome di Tredese, titolare della storica azienda ancora in attivitá.
Molti altri bootleg erano coreani...in generale fatti all'insegna del super risparmio: eprom saldate direttamente su pcb senza zoccoli, lato saldature penoso....delle vere e proprie schifezze, forse anche queste meritano di essere collezionate/conservate per questa loro peculiarità.

A livello costruttivo a volte sono di buona fattura tanto da pareggiare il risultato con l'hardware originale ma quelle piú curiose sono proprio quelle dove cambia pure qualcosa rispetto all'originale:
- titolo diverso ( Final Fight > Final Crash, Robocop > Automat, Moon Patrol > Moon Ranger, etc)
- audio e musiche diversi (esiste proprio un Altered Beast boot con l'audio/musica differente dall'originale)
...credo che molti ma molti bootleg fossero prodotti da Elmac con sede in provincia di Padova, un punto di riferimento per i noleggiatori di tutta Italia...ti basterà fare due parole con qualche anziano noleggiatore (o ex noleggiatore) di qualsivoglia località italiana e ti farà il nome di Tredese, titolare della storica azienda ancora in attivitá.
Molti altri bootleg erano coreani...in generale fatti all'insegna del super risparmio: eprom saldate direttamente su pcb senza zoccoli, lato saldature penoso....delle vere e proprie schifezze, forse anche queste meritano di essere collezionate/conservate per questa loro peculiarità.


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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Bellissimo thread! Non c'è qualche noleggiatore dell'epoca?
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Caspita... non sai da quanto volevo aprire un thread simile... Bravo!
Anche io credo che, da buon abitante di paesino minuscolo, la maggior parte dei giochi cui ho giocato da ragazzino fossero bootleg, e non posso non rimanere affascianto, da tecnico adulto sulla quantità di ingegno profuso (sebbene furfantescamente) da alcuni sviluppatori di bootleg per adattare le soluzioni originali per ricondurle ad hardware più comune o comunque di più facile reperibilità, oppure per aggirare le tecniche di protezione dei produttori.
E non mi riferisco tanto ai cambiamenti nella grafica, o nel titolo (Quelli possono essere banali da realizzare), quanto piuttosto alla reingenierizzazione avvenuta in alcuni casi.
Mi piacerebbe sapere se per alcune delle schede che venivano prodotte direttamente in Italia (anche per le altre sarebbe interessante, ma forse per quelle in Italia potrebbe essere più facile) si riesca a contattare qualcuna delle persone che lavorarono direttamente sui PCB. Ovviamente sarebbe fantastico poter visionare gli appunti e/o i progetti "originali".
Grazie anche a PaTrYcK per l'estratto del libro... Ora devo scappare di corsa su Amazon a cercarne una copia
<EDIT>Ecco, come non detto... su amazon non c'è
Ho visto in un topic apposito che maverick conosce l'autore. Tu te lo sei procurato tramite lui?</EDIT>
Anche io credo che, da buon abitante di paesino minuscolo, la maggior parte dei giochi cui ho giocato da ragazzino fossero bootleg, e non posso non rimanere affascianto, da tecnico adulto sulla quantità di ingegno profuso (sebbene furfantescamente) da alcuni sviluppatori di bootleg per adattare le soluzioni originali per ricondurle ad hardware più comune o comunque di più facile reperibilità, oppure per aggirare le tecniche di protezione dei produttori.
E non mi riferisco tanto ai cambiamenti nella grafica, o nel titolo (Quelli possono essere banali da realizzare), quanto piuttosto alla reingenierizzazione avvenuta in alcuni casi.
Mi piacerebbe sapere se per alcune delle schede che venivano prodotte direttamente in Italia (anche per le altre sarebbe interessante, ma forse per quelle in Italia potrebbe essere più facile) si riesca a contattare qualcuna delle persone che lavorarono direttamente sui PCB. Ovviamente sarebbe fantastico poter visionare gli appunti e/o i progetti "originali".
Grazie anche a PaTrYcK per l'estratto del libro... Ora devo scappare di corsa su Amazon a cercarne una copia


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motoschifo
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
In effetti lo avevo cercato anche io ma non lo avevo trovato nemmeno in altri negozi.janniz ha scritto:Ecco, come non detto... su amazon non c'è
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Riuscire a contattare una di quelle persone che in passato hanno realizzato questi bootleg e, ancora meglio, farci mostrare schemi e quant'altro sarebbe il massimo. Ma la vedo molto dura... Anche perché, leggendo le pagine del libro che ha postato PaTrYcK (che ringrazio), queste persone pare vogliano stare (anche per ovvi motivi) nell'ombra. Un vero peccato.
Facciamo un po' di ordine. Tra le ditte che realizzavano bootleg abbiamo:
1) Elettronic Devices (Italiana) -> Mortal Kombat
2) Elmac (Italiana) -> ???
3) Datsu (giapponese o coreana??) -> giochi Sega basati su System16
4) Sidam (Italiana?) -> Giochi namco?
Altre? Riguardo la Sidam, sappiamo che realizzava i giochi su licenza, ma utilizzando hardware proprio? Disponeva degli schemi originali dei giochi? E la Zaccaria, invece?
Riguardo il bootleg Mexico86, sapete da chi è stato realizzato e se era una ditta Italiana?
Facciamo un po' di ordine. Tra le ditte che realizzavano bootleg abbiamo:
1) Elettronic Devices (Italiana) -> Mortal Kombat
2) Elmac (Italiana) -> ???
3) Datsu (giapponese o coreana??) -> giochi Sega basati su System16
4) Sidam (Italiana?) -> Giochi namco?
Altre? Riguardo la Sidam, sappiamo che realizzava i giochi su licenza, ma utilizzando hardware proprio? Disponeva degli schemi originali dei giochi? E la Zaccaria, invece?
Riguardo il bootleg Mexico86, sapete da chi è stato realizzato e se era una ditta Italiana?
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Purtroppo il libro avoid missing ball nn e' in commercio, nn e' stato facile averne una copia, sett prox provo a sentire l'autore cerigioni e chiedo se fattibile scannerizzare il libro senza problemi.
X quanto riguarda i bootleg italiani l'amico Deb ha raccolto tante info nel suo portale che tratta solo di macchine italiane, suddividendo le ditte che hanno lavorato solo su licenza, oppure solo creato cloni o come spesso e' accaduto entrambe le soluzioni.
Oltre alle piu' famose ditte Zaccaria, sidam, Mr, Olympia ecc...tante erano le case che hanno prodotto pochi esemplari e sono scomparse nel nulla: http://www.tilt.it/deb/
X quanto riguarda i bootleg italiani l'amico Deb ha raccolto tante info nel suo portale che tratta solo di macchine italiane, suddividendo le ditte che hanno lavorato solo su licenza, oppure solo creato cloni o come spesso e' accaduto entrambe le soluzioni.
Oltre alle piu' famose ditte Zaccaria, sidam, Mr, Olympia ecc...tante erano le case che hanno prodotto pochi esemplari e sono scomparse nel nulla: http://www.tilt.it/deb/
Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Sidam faceva giochi su licenza NAMCO, non faceva bootleg . Una Sidam NON è un boot.
In realtà i boot salvo rare eccezioni erano/sono la cacca allora se non maggiormente ora.
Poi il fascino che sta dietro a certe realizzazioni, tipo il reverse engineering di certi custom ecc.ecc. Allora vi do ragione su quello.
In realtà i boot salvo rare eccezioni erano/sono la cacca allora se non maggiormente ora.
Poi il fascino che sta dietro a certe realizzazioni, tipo il reverse engineering di certi custom ecc.ecc. Allora vi do ragione su quello.
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Vero in parte, Sidam ha collaborato con la namco solo successivamente, per un lungo periodo ha fatto solo copie, ottime sia dal punto di vista esteticoed hardware, come ad esempio invasion (space invaders), asterock (asteroids), head on, missile combat,ecc...ratmuskè ha scritto:Sidam faceva giochi su licenza NAMCO, non faceva bootleg . Una Sidam NON è un boot.
Io trovo molto fascinosi i nostri cloni italiani, prodotti in un numero di copie minore rispetto all'originale e spesso con dei mobili spettacolari, certo, un clone e' una copia, il merito del successo del gioco e' ovviamente della ditta originale che ha creato il gioco, oltretutto e' abbastanza bizzarro che all'epoca si potesse copiare e distribuire un cabinato senza problemi...ratmuskè ha scritto:In realtà i boot salvo rare eccezioni erano/sono la cacca allora se non maggiormente ora.
Poi il fascino che sta dietro a certe realizzazioni, tipo il reverse engineering di certi custom ecc.ecc. Allora vi do ragione su quello.
Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Credo che siano state sempre su licenza le Sidam , anche le precedenti a Galaga. Anche perché sarebbe strano usassero lo stesso nome per fare i pirati.
Wikipedia dice questo su Invasion :
Il gioco è stato ispirato da uno dei primi giochi elettromeccanici Taito, Space Monster[5] con l'aggiunta della personale interpretazione degli alieni descritti nel romanzo La guerra dei mondi da parte di Tomohiro.[1] Fu ideato e distribuito dalla Taito nel 1978, ma si dovette aspettare il 1979 e il 1980 per vederlo commercializzato rispettivamente in Italia (distribuito dalla Sidam con il nome Invasion)[6] e negli Stati Uniti (distribuito dalla Atari e dalla Nintendo).
Copie si ma su licenza, dunque non sono dei Boot neanche le precedenti a Namco, oltre questo negli anni successivi Sidam importava e distribuiva molte marche dal Japan, io ho visto adesivi Sidam su schede Nintendo, Irem, ecc.ecc.
E mi capirete se dico che non si rimane in buoni rapporti con questi Nipponici rubando in precedenza loro la proprietà intellettuale...
Wikipedia dice questo su Invasion :
Il gioco è stato ispirato da uno dei primi giochi elettromeccanici Taito, Space Monster[5] con l'aggiunta della personale interpretazione degli alieni descritti nel romanzo La guerra dei mondi da parte di Tomohiro.[1] Fu ideato e distribuito dalla Taito nel 1978, ma si dovette aspettare il 1979 e il 1980 per vederlo commercializzato rispettivamente in Italia (distribuito dalla Sidam con il nome Invasion)[6] e negli Stati Uniti (distribuito dalla Atari e dalla Nintendo).
Copie si ma su licenza, dunque non sono dei Boot neanche le precedenti a Namco, oltre questo negli anni successivi Sidam importava e distribuiva molte marche dal Japan, io ho visto adesivi Sidam su schede Nintendo, Irem, ecc.ecc.
E mi capirete se dico che non si rimane in buoni rapporti con questi Nipponici rubando in precedenza loro la proprietà intellettuale...
Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Col senno di adesso, penso di aver giocato con tanta di quella cacca, che si sarebbe schifato pure il WCNet super disincrostante...ratmuskè ha scritto: In realtà i boot salvo rare eccezioni erano/sono la cacca allora se non maggiormente ora.
Potessi tornare indietro Ratto, spiegherei a me stesso di accertarmi che all'interno del Cab dimori un gioco originale prima di infilarci le 200 Lire.
<<... giocare coi giochi tarocchi significa incentivare la produzione criminale e di bassa qualità, foraggiare il circuito dei pirati.... e ritrovarsi poi nel nuovo millennio con tante schede di scarso valore che rendono difficile il reperimento di quelle autorizzate... insomma: un retro-inquinamento tecnologico...>> mi raccomanderei.
..ma... non so se verrei ascoltato!...tanta è l'impazienza dei giovani videogiocatori di provare il nuovo approdato al bar del paese: "Monkey Donkey"...o "il gioco dello scimmione tirabarili" come lo chiamano loro, che non sanno nemmeno una parola di Inglese, e che magari di alcuni piccoli particolari per riconoscere un KAN da un KUN FU MASTER manco je frega niente..
..tutto questo per dire, che ora siamo fini ed ipercritici hobbisti...30 anni fa, più semplicemente, degli estasiati piccoli videogiocatori.
..il tempo tutto cambia, e ci è impossibile guardare lo stesso oggetto di allora, con gli occhi del bambino che non c'è più in noi..
..mi viene da citare, ancora una volta: " l'esperienza uccide l'emozione"...
..non mi ricordo più tanto bene come era il fancillo in me 30 anni prima, ma devo dire che i videogiochi, che ho imparato che si definiscono "bootleg", mi piacciono ancora adesso.
Un tread del genere, ma inerente ai Cab e non alle schede, lo aprii tempo fa qui: viewtopic.php?f=66&t=16854&hilit=prontoscheda#p191889 ..

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motoschifo
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Vero ma anche no... io posso riguardare il mio C64, accenderlo ed usarlo esattamente come facevo quando nemmeno sapevo una parola di ingleseframe ha scritto:..tutto questo per dire, che ora siamo fini ed ipercritici hobbisti...30 anni fa, più semplicemente, degli estasiati piccoli videogiocatori.

Ma credo sia una malattia verso tutto ciò che è informatica e videogioco (arcade non di certo slot o poker).
L'unica differenza è che oggi c'è una quantità di materiale sproposita che prima non c'era. O meglio, c'era anche prima ma non potevo saperlo visto che la mia unica fonte di novità era l'edicola del paese a fianco.
Stessa cosa per Super Mario, Bubble Bobble e tutti i vecchi classici

Motoschifo
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Ma sono solo io che nei bar, anche di provincia, trovavo cassoni generici ma titoli col nome originale?
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
La sidam prima di iniziare la collaborazione con la namco ha copiato diversi giochi senza licenza, in particolare quelli atari e se ci fai caso tutti i primi nomi richiamano quelli originali ma sono differenti, l'atari stessa ha querelato la sidam mettendo un punto fermo che ha poi' fatto giurisprudenza in fatto di copyright anche nel campo dei videogames:ratmuskè ha scritto:Credo che siano state sempre su licenza le Sidam , anche le precedenti a Galaga. Anche perché sarebbe strano usassero lo stesso nome per fare i pirati.
viewtopic.php?f=25&t=10034&p=212885&hil ... am#p110938
Assolutamente d'accordoratmuskè ha scritto:In pratica tutte le piu' famose case italiane hanno iniziato copiando (bene) i vari giochi di successo, vedi model racing, olympia, anche la stessa zaccaria che ha sempre vantato di nn aver mai copiato un gioco, il loro the invaders che sarebbe?
E mi capirete se dico che non si rimane in buoni rapporti con questi Nipponici rubando in precedenza loro la proprietà intellettuale...

SI trovava di tutto dapertutto, qui in italia ognuno faceva un po' cio' che voleva cercando di eludere la legge i propri scopi, figurati che il titolare di una delle tante ditte che al tempo costruiva flipper e successivamente cassoni per videogiochi, mi raccontava che alle fiere si presentava con il proprio flipper appena clonato identico all'originale gottlieb, sin qui nulla di strano se nn fosse che pochi stand piu' avanti c'era anche l'originale appena messo in mostra! Ovviamente si creava un putiferio con il responsabile della gottlieb americano che cercava in tutti i modi di far portare via il clone dalle nostre forze dell'ordine senza risultato, immagina quale fosse la situazione in quel periodogamernewbie ha scritto:Ma sono solo io che nei bar, anche di provincia, trovavo cassoni generici ma titoli col nome originale?

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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Boh... sarà come dite voi, ma dal mio punto di vista:frame ha scritto: Col senno di adesso, penso di aver giocato con tanta di quella cacca, che si sarebbe schifato pure il WCNet super disincrostante...
Potessi tornare indietro Ratto, spiegherei a me stesso di accertarmi che all'interno del Cab dimori un gioco originale prima di infilarci le 200 Lire.
<<... giocare coi giochi tarocchi significa incentivare la produzione criminale e di bassa qualità, foraggiare il circuito dei pirati.... e ritrovarsi poi nel nuovo millennio con tante schede di scarso valore che rendono difficile il reperimento di quelle autorizzate... insomma: un retro-inquinamento tecnologico...>> mi raccomanderei.
..ma... non so se verrei ascoltato!...tanta è l'impazienza dei giovani videogiocatori di provare il nuovo approdato al bar del paese: "Monkey Donkey"...o "il gioco dello scimmione tirabarili" come lo chiamano loro, che non sanno nemmeno una parola di Inglese, e che magari di alcuni piccoli particolari per riconoscere un KAN da un KUN FU MASTER manco je frega niente..
..tutto questo per dire, che ora siamo fini ed ipercritici hobbisti...30 anni fa, più semplicemente, degli estasiati piccoli videogiocatori.
1) Se non ci fossero stati i bootleg probabilmente avrei giocato al 5% dei giochi a cui ho giocato nel passato (perché nessun gestore credo avrebbe mai investito per portare un cabinato in un paesino di pochi mila abitanti, e qualche decina di ragazzini).
2) Ritengo che, per quanto moralmente inaccettabili (i bootelg sono pirateria a tutti gli effetti), essi furono parte integrante dell'epoca e con una diffusione su scala così vasta da non poter essere ignorati o bollati semplicemente come "cacca"
3) Per quel che mi riguarda, dal mero punto di vista tecnico, trovo alcune soluzioni di adattamento utilizzate dai "bootlegger" ingegnose e affascinanti.
...tanto per dire... per me e credo il 90% di coloro che frequentavano il baretto paesano nell'estatinvernautunnoprimavera 198X esiste ed esisterà per sempre solo Super Bobble Bobble (bootleg con tutte le imprecisioni ormai ben note), 'che l'originale con questi mostri che sparano da tutte le parti proprio non si puo guardare

Vallo a spiegare al ragazzino che non c'è più (ma forse forse non è così... o a quest'ora sarebbe a dormire invece di cazzeggiare in un forum arcade) che l'originale Taito è molto meglio dal punto di vista tecnico... che il bootleg su cui ha passato letteralmente pomeriggi all'insegna del: "la itz... jànniz... prendi la itz" non avrebbe avuto senso di esistere e che ogni singolo 200 lire infilato foraggiava il mercato della pirateria (che adesso che lavori e ti puoi permettere di comprarli, i giochi originali, fa figo dire "foraggiava il mercato della pirateria", ma a 14 anni, diciamolo, si passavan le nottate a copiare i floppy da 3.5" con il gioco appena uscito...).
Come si diceva nel topic sul prezzaggio delle PCB... buona parte dell'amore arcade vive nel ricordo di ciò che fu... e se ciò che fu, fu anche bootleg... beh... per me allora anche bootleg siano!
Sarò fortunato io... ma quando attacco il PCB di ghosts'n goblins (o Golden axe) e infilo la monetina... pelle d'oca e via... ora come allora! (Con l'emozione a palla che urla: "Esperienza... mi fai una pippa!!!!"frame ha scritto: ..il tempo tutto cambia, e ci è impossibile guardare lo stesso oggetto di allora, con gli occhi del bambino che non c'è più in noi..
..mi viene da citare, ancora una volta: " l'esperienza uccide l'emozione"...

Ultima modifica di janniz il 15/09/2015, 2:52, modificato 1 volta in totale.
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Janniz nn posso che essere d'accordo con te, figurati che alcuni miei cab con mobile dedicato ho cercato volutamente la versione italiana bootleg, inoltre gran merito di questi ultimi e' stata proprio l'aver potuto diffondere i giochi ovunque...
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Re: Bootleg: dove, come e chi li faceva?
Pollice su per tutti noi che abbiamo vissuto quegli anni! Alla faccia dei giochi moderni su tablet