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I veri videogiocatori di un tempo..
- TheBaro
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I veri videogiocatori di un tempo..
Ho trovato in Internet questo racconto davvero ben fatto sull'evoluzione del videogiocatore e del relativo modo di giocare..
l'ha scritta un certo Lorenzo Antonelli di un network di cui non faccio il nome..
ve la riporto per intero...
"Se credete quella che oggi confluisce nel/dal videogioco sia autentica e preoccupante violenza, capace di stuprare la fragilissima coscienza collettiva e deprivare i fruitori incapaci della percezione del sociale del reale e di ciò che è giusto o sbagliato, significa che non avete mai frequentato una sala giochi sul finire degli anni ottanta.
In netta contrapposizione con la figura tracciata dal videogioco moderno (un prodotto industriale d'eccellenza, tanto modaiolo quanto innocuo), quella dei vecchi cabinati cotonati appariva oltremodo deviante e assolutamente pericolosa, eppure irresistibilmente ammaliante. In buona sostanza, se a quei tempi un bimbetto di dieci o dodici anni voleva sbronzarsi di videogiochi e giocare ai migliori coin-op in circolazione, bisognava che varcasse la soglia di un antro solitamente troppo fumoso e notoriamente malfamato, a proprio rischio e pericolo. Il gusto del proibito era palpabile e dicotomico, visto che ogni sala giochi conteneva in egual misura tanto cabinati à la page, quanto altrettanti teppisti che vi erano appoggiati con fare spavaldo.
Ci si recava tutti con un coraggio da leoncini e con il cuore in gola, provando sulla pelle il brivido dell'incerto e sperando di essere all'altezza della situazione, o almeno di sopravvivere. In fondo un ragazzino indifeso con le saccocce ricolme di monete da duecento lire era una preda troppo succulenta per il variegato campionario di resident-bulletti, solitamente radunanti in branchi sfrontati e ghignanti. C'erano il tizio col chiodo e il biondino schizzato dai capelli a spazzola, quello che già a tredici anni portava in volto due intimidanti cicatrici e quell'altro reietto che era meglio non guardarlo dritto negli occhi, come certi cani: gente priva di scrupoli, dei veri e propri mostri agli occhi di un bimbetto onesto, educato e ben pettinato.
Come se non bastasse, per proiettarsi al di là di quegli schermi bombati bisognava offrire terga e spalle alla microcriminalità indefessa, quella che giocava poco più in là a stecca, schiamazzava come arpie demoniache e terrorizzava per naturale disposizione. Se però le giornate erano particolarmente fredde e piovose, col bavero del montgomery sollevato e un berretto di lana ben calcato in testa si poteva anche pensare di passare inosservati, o almeno quella era la vana speranza.
Ciononostante e meglio ancora di una sirena dei mari, la sala giochi attirava a sé i proto-videogiocatori dell'intera cittadina in qualsiasi giorno dell'anno, qualunque fossa la condizione climatica del luogo: ghiaccio, neve o tempesta di saette.
La pratica videoludica arcade, così, era primariamente una questione di mera sopravvivenza fisica, e solo poi di pura prestazione ai comandi dell'agognato cabinato. Occorreva innanzitutto "cambiare i gettoni" e tenerseli ben stretti, ché c'era sempre la testa calda pronta a menar le mani contro i quattrocchi più deboli e segaligni (a.k.a. nerd).
Del resto a quei tempi l'essere necessariamente coraggiosi, l'essere videogiocatori per cui non solo il pigiar tasti, ma anche già lo stare fosse un rischio necessariamente cercato, faceva sì che non si poteva affatto rinunciare al malsano altrove di una vecchia e malfamata sala giochi. Oggi, invece, mossi ancor più verso il centro dello spazio domestico, abbiamo preferito il rischio dello spaesamento virtuale, eludendo alla radice il pericolo di rientrare a casa con un occhio nero. Al giorno d'oggi, insomma, è del tutto esclusa qualsiasi possibilità d'incappare in certi matti d'altri tempi, che sapevano perpetuare soprusi e angherie disumane al ritmo delle trascinanti note di Magical Sound Shower.
Rintanati nelle loro più moderne e inviolabili alcove globalizzate (Xbox Live e PlayStation Network), i videogiocatori del terzo millennio hanno preferito una solitudine interconnessa alla fisicità del faccia a faccia, quando ci si forgiava per strada a colpi di "scroccaossa" o "saponette brutali", mica come accade adesso su Facebook e YouTube a suon di clip, like e poke. Oggi, rinserrati a giocare nei luoghi chiusi della sicurezza domestica, i gracili nerd del terzo millennio, femminucce isteriche in confronto ai videogiocatori d'una volta, hanno finalmente trovato nei videogiochi un vero e proprio refugium fisico e virtuale, quando invece prima era tutto il contrario: per amor dei videogiochi si rischiava anche la pelle, per davvero. Il prezzo che essi pagheranno a garanzia della propria incolumità, dunque, sarà una progressiva e sempre più asfissiante paura del reale? Per scoprirlo, è sufficiente scendere giù al centro commerciale e provare sul campo, con vent'anni in più, a parti invertite.
Ha a che fare, tutto questo, con Dirt 3 (Codemasters)? Tanto poco quanto con Drift Out (Visco Games), perchè quantunque cruenta, la rappresentazione ludica contemporanea risulterà sempre un'approssimazione edulcorata del male che s'annidava dentro le sale giochi più malfamate, sul finire degli anni ottanta.
Invece oggi, per sentirsi grandi e forti bastano un nickname, un avatar e un forum dedicato di femminucce isteriche che videogiocano in vitro."
...beati tempi passati...
l'ha scritta un certo Lorenzo Antonelli di un network di cui non faccio il nome..
ve la riporto per intero...
"Se credete quella che oggi confluisce nel/dal videogioco sia autentica e preoccupante violenza, capace di stuprare la fragilissima coscienza collettiva e deprivare i fruitori incapaci della percezione del sociale del reale e di ciò che è giusto o sbagliato, significa che non avete mai frequentato una sala giochi sul finire degli anni ottanta.
In netta contrapposizione con la figura tracciata dal videogioco moderno (un prodotto industriale d'eccellenza, tanto modaiolo quanto innocuo), quella dei vecchi cabinati cotonati appariva oltremodo deviante e assolutamente pericolosa, eppure irresistibilmente ammaliante. In buona sostanza, se a quei tempi un bimbetto di dieci o dodici anni voleva sbronzarsi di videogiochi e giocare ai migliori coin-op in circolazione, bisognava che varcasse la soglia di un antro solitamente troppo fumoso e notoriamente malfamato, a proprio rischio e pericolo. Il gusto del proibito era palpabile e dicotomico, visto che ogni sala giochi conteneva in egual misura tanto cabinati à la page, quanto altrettanti teppisti che vi erano appoggiati con fare spavaldo.
Ci si recava tutti con un coraggio da leoncini e con il cuore in gola, provando sulla pelle il brivido dell'incerto e sperando di essere all'altezza della situazione, o almeno di sopravvivere. In fondo un ragazzino indifeso con le saccocce ricolme di monete da duecento lire era una preda troppo succulenta per il variegato campionario di resident-bulletti, solitamente radunanti in branchi sfrontati e ghignanti. C'erano il tizio col chiodo e il biondino schizzato dai capelli a spazzola, quello che già a tredici anni portava in volto due intimidanti cicatrici e quell'altro reietto che era meglio non guardarlo dritto negli occhi, come certi cani: gente priva di scrupoli, dei veri e propri mostri agli occhi di un bimbetto onesto, educato e ben pettinato.
Come se non bastasse, per proiettarsi al di là di quegli schermi bombati bisognava offrire terga e spalle alla microcriminalità indefessa, quella che giocava poco più in là a stecca, schiamazzava come arpie demoniache e terrorizzava per naturale disposizione. Se però le giornate erano particolarmente fredde e piovose, col bavero del montgomery sollevato e un berretto di lana ben calcato in testa si poteva anche pensare di passare inosservati, o almeno quella era la vana speranza.
Ciononostante e meglio ancora di una sirena dei mari, la sala giochi attirava a sé i proto-videogiocatori dell'intera cittadina in qualsiasi giorno dell'anno, qualunque fossa la condizione climatica del luogo: ghiaccio, neve o tempesta di saette.
La pratica videoludica arcade, così, era primariamente una questione di mera sopravvivenza fisica, e solo poi di pura prestazione ai comandi dell'agognato cabinato. Occorreva innanzitutto "cambiare i gettoni" e tenerseli ben stretti, ché c'era sempre la testa calda pronta a menar le mani contro i quattrocchi più deboli e segaligni (a.k.a. nerd).
Del resto a quei tempi l'essere necessariamente coraggiosi, l'essere videogiocatori per cui non solo il pigiar tasti, ma anche già lo stare fosse un rischio necessariamente cercato, faceva sì che non si poteva affatto rinunciare al malsano altrove di una vecchia e malfamata sala giochi. Oggi, invece, mossi ancor più verso il centro dello spazio domestico, abbiamo preferito il rischio dello spaesamento virtuale, eludendo alla radice il pericolo di rientrare a casa con un occhio nero. Al giorno d'oggi, insomma, è del tutto esclusa qualsiasi possibilità d'incappare in certi matti d'altri tempi, che sapevano perpetuare soprusi e angherie disumane al ritmo delle trascinanti note di Magical Sound Shower.
Rintanati nelle loro più moderne e inviolabili alcove globalizzate (Xbox Live e PlayStation Network), i videogiocatori del terzo millennio hanno preferito una solitudine interconnessa alla fisicità del faccia a faccia, quando ci si forgiava per strada a colpi di "scroccaossa" o "saponette brutali", mica come accade adesso su Facebook e YouTube a suon di clip, like e poke. Oggi, rinserrati a giocare nei luoghi chiusi della sicurezza domestica, i gracili nerd del terzo millennio, femminucce isteriche in confronto ai videogiocatori d'una volta, hanno finalmente trovato nei videogiochi un vero e proprio refugium fisico e virtuale, quando invece prima era tutto il contrario: per amor dei videogiochi si rischiava anche la pelle, per davvero. Il prezzo che essi pagheranno a garanzia della propria incolumità, dunque, sarà una progressiva e sempre più asfissiante paura del reale? Per scoprirlo, è sufficiente scendere giù al centro commerciale e provare sul campo, con vent'anni in più, a parti invertite.
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Mah... non so quale ghetto frequentasse questo tizio, ma mi sembra un po' eccessivo nella descrizione delle vecchie sale giochi.
E comunque, il "rintanarsi" in casa non è una novità per i videogamers, le console sono vecchie quanto le sale giochi.
La mia esperienza è stata sempre di isolamento domestico per ore davanti a ogni generazione di console dal vic-20 in poi, e quando uscivo per andare in sala giochi non credo di aver mai rischiato la vita. Mi sembra il solito nostalgico inutilmente polemico con le nuove generazioni
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Invece io me le ricordo proprio così le sale giochi.. bei tempi (anche se duri a tratti
)!

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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
sisi..io le ricordo esattamente cosi...malfamate, fumose e inquietanti..soprattutto d'inverno quando veniva buio verso le 17.00 e da solo dovevi tornare a casa...
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Quoto! Mi sono picchiato un paio di volte (e le ho prese) in salagiochi! Cosi ogni volta prima di entrare guardavo da fuori se era o meno il caso di entrare! Bei tempi!
-
JackisBack
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Evidentemente sono io a sbagliarmi! Forse a Perugia le sale giochi erano più tranquille, o forse sarà che io non sono mai stato tanto piccolo di stazza



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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
erano proprio così, in alcuni casi anche peggio e dalle mie parti, giù al sud, alcune erano veramente off limits...
e naturalmente in alcune di queste c'erano dei cab unici... ce ne sarebbero di aneddoti da raccontare!
BS
e naturalmente in alcune di queste c'erano dei cab unici... ce ne sarebbero di aneddoti da raccontare!
BS
Ci sono due cose che per farle esigono buona salute: l'amore e la rivoluzione. [Gesualdo Bufalino]
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Confermo,quando andavo io e quando ci vado anche adesso in quelle rimaste in vita,trovo molta molta merda in giro...non in tutte ma non è molto distante dalla realtà disgraziatamente
di scazzottate mai fatte,ma non si contano le volte in cui il bullo si infilava per rubarti la partita o altro,vogliamo parlare di quando ti spegnevano il cab mentre giocavi?...è tutta storia,storia dei nostri tempi 


....raccattatore di hardware per computer, se vi serve qualche pezzo chiedete pure 
Cabinato BigBoy Naomi/MamePC con DualJamma, base MVS all'occorrenza!
MegaDrive 1/2,Mastersystem 2,Nes,Supernes,PS1,PSONE,PS2FAT,PS2SLIM,Gamecube,U64,Atari2600jr,AmstradCPC464Plus,SchneiderCPC464,Dreamcast,Saturn,XBOX360

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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
giusto stamattina pensavo alla salagiochi nel paese vicino a dove ho fatto le superiori , era praticamente uno scantinato in un vicolo accessibile solo col motorino ed era aperta tutto il giorno praticamente frequentata da ragazzi che bigiavano a scuola , dentro la nebbia allora la legge sul fumo nei locali non era applicata come oggi ; pero' nonostante tutto era abbastanza tranquilla parliamo del 1990\1991 ed erano tutti cab jamma standard niente cab dedicati o altro ma ricordo che ce n'erano parecchi
THREE WONDERS chariot : 470.300 - BUBBLE BOBBLE: 2.753.560 - STRIKERS 1945 : 441.000
COSMO GANG THE VIDEO : 2.209.750
NUMERATO DALL' FBI
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<-gamer->mattia.m78 ha scritto:who is "babbo" ?!?!
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Ma insomma... Io non so se ti ricordi la Red Devil in via Bartolo in centro, bè era davvero malfamata. Non che si rischiasse la vita ad andarci a fare qualche partita, ma giravano spacciatori e tutto il resto.JackisBack ha scritto:Mah... non so quale ghetto frequentasse questo tizio, ma mi sembra un po' eccessivo nella descrizione delle vecchie sale giochi.
E comunque, il "rintanarsi" in casa non è una novità per i videogamers, le console sono vecchie quanto le sale giochi.
La mia esperienza è stata sempre di isolamento domestico per ore davanti a ogni generazione di console dal vic-20 in poi, e quando uscivo per andare in sala giochi non credo di aver mai rischiato la vita. Mi sembra il solito nostalgico inutilmente polemico con le nuove generazioni
Poi certo, anche a me la polemica sembra eccessiva e le sale non erano affatto tutte come le descrive lui...
-
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
solitamente dalle mie parti nascevano dallo spegnere mentre si giocava le scazzottate:):) e non solo in sala giochi anche nel bar ne ho prese parecchie,pensate che una volta mi han legato la bicicletta a un lampione a 3 metri di altezza solo perche avevo buttato nel bidone un tipo che rompeva il ***** mentre si giocava a street fighter2di scazzottate mai fatte,ma non si contano le volte in cui il bullo si infilava per rubarti la partita o altro,vogliamo parlare di quando ti spegnevano il cab mentre giocavi?...è tutta storia,storia dei nostri tempi
ahahahahahahah bei tempi quelli
Re: I veri videogiocatori di un tempo..
beh un po esagerato l articolo pero a grandi linee era cosi , mi ricordo nella vecchia sala giochi elidar a brescia nel quartiere casazze chi e di li mi capisce che intendo dovevi sempre stare attento ai tipici bulletti di quartiere mi ricordo sempre quando giocavo guardavo attraverso il riflesso del vetro del cabinato e sempre con un po di preoccupazzione altri tempi... 

-
eldiau
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Confermo, a Torino ho avuto esperienze simili, nelle sale giochi in periferia, soprattutto quelle che avevano anche il tavolo da carambola, ne ricordo una non lontano da dove abitavo all'epoca, si entrava con un velo di paura e spesso beccavi l'attaccabrighe della serie "che ti guardi!!?", ovviamente il tipo la romanza un tantinello
ricordo anche sale giochi come il Divertone e il Playtime assolutamente tranquille.
Ma devo dire che la maggior parte del tempo passato in sala era in vacanza in montagna, pochi giochi ma ottimo ambiente eravamo una bella banda e ci divertivamo un sacco con le sfide a Wonder Boy, Super Quix e Centipede poi in un angolo c'era un juke box e un paio di divani per il "becco" con le ragazzine
gettonatissimi i "curiosity killed the cat"

Ma devo dire che la maggior parte del tempo passato in sala era in vacanza in montagna, pochi giochi ma ottimo ambiente eravamo una bella banda e ci divertivamo un sacco con le sfide a Wonder Boy, Super Quix e Centipede poi in un angolo c'era un juke box e un paio di divani per il "becco" con le ragazzine

Progetti:
*BarettoCab80 viewtopic.php?t=8756
*Mariocab
*TrashSticks
Guide:
*Guida a Linux nel Cab: http://www.arcadeitalia.net/viewtopic.php?t=9608
*Effetti GLSL in SDLMAME: http://www.arcadeitalia.net/viewtopic.php?t=9494
*Versioni di MAME "importanti": http://www.arcadeitalia.net/viewtopic.php?t=12209
*BarettoCab80 viewtopic.php?t=8756
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*Guida a Linux nel Cab: http://www.arcadeitalia.net/viewtopic.php?t=9608
*Effetti GLSL in SDLMAME: http://www.arcadeitalia.net/viewtopic.php?t=9494
*Versioni di MAME "importanti": http://www.arcadeitalia.net/viewtopic.php?t=12209
Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Anche a me la descrizione sembra abbastanza romanzata.
Ricordo certi bar che erano molto peggio delle sale giochi.
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Jorghino
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Secondo me la descrizione è volutamente romanzata ma più o meno era così. Io in certe sale giochi fino a 11/12 anni non andavo da solo ma sempre con due o tre amici così non ci rompevano le scatole più di tanto, ma un paio di volte è capitato. In fondo anche quelle esperienze adesso le ricordiamo con malinconia e sicuramente ci hanno aiutato a crescere. Le generazione di oggi crescono inevitabimente in modo diverso e ricorderanno altre cose.
E' vero, ma è anche vero che una volta i bulletti avevano al massimo un coltellino a serramanico giusto per fare i fighi, adesso soprattutto in estate che dalle nostre parti arriva una marea i gente, non sai davvero chi ti trovi di fronte e con cosa!...adesso se dai uno spintone a un altro ti denunciano...
- TheBaro
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
certo che è romanzata per dare colore alla descrizione..e forse volutamente esagerata in certi passi...
pero se ci pensate davvero e "snocciolate" quello che lui vuol dire con il suo racconto, ha ragione!!
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Re: I veri videogiocatori di un tempo..
Leggermente estremizzata ma ha ragione Baro, il succo è vero.
All'età di 10/12 anni mi ricordo che la salagiochi era off-limits se mia madre mi ci beccava erano sberloni e punizione.
Ricordo ancora una sera in un villaggio estivo quando a mezzanotte sono scappato con un altro bimbetto e abbiamo raggiunto la salagiochi del centro città, è stata una delle ore più magiche e adrenaliniche che ricordi... ricordo ancora le botte di mia madre quando tornai a casa
Non erano fine anni 80 comunque, circa il 95, ricordo anche che se parlavi con il gestore ti portava in uno stanzino nascosto (credo perchè era illegale utilizzarla per scopi commerciali) dove c'era una playstation 1 e pagavi "a minuti"
che tempi!
All'età di 10/12 anni mi ricordo che la salagiochi era off-limits se mia madre mi ci beccava erano sberloni e punizione.
Ricordo ancora una sera in un villaggio estivo quando a mezzanotte sono scappato con un altro bimbetto e abbiamo raggiunto la salagiochi del centro città, è stata una delle ore più magiche e adrenaliniche che ricordi... ricordo ancora le botte di mia madre quando tornai a casa

Non erano fine anni 80 comunque, circa il 95, ricordo anche che se parlavi con il gestore ti portava in uno stanzino nascosto (credo perchè era illegale utilizzarla per scopi commerciali) dove c'era una playstation 1 e pagavi "a minuti"

che tempi!
"Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie."