E' un bel cabinatino prima metà anni '80, questo...e se lo hai scelto rispetto a tanti molto più "giovani" spesso spacciati per più "anziani", vuol dire che ne hai apprezzato il feeling all'epoca, o comunque ne hai compreso il contesto.
Purtroppo non ha ricevuto il trattamento che meritava, passando magari dal carrozziere e dall'Euronics, che lo hanno reso lucido e brillante, ma che non ne hanno conservato l'originalità.
Siccome però per fortuna sembra capitato nelle mani di un appassionato che intende valorizzarlo, credo sia giusto salvare il salvabile. Le grafiche del Control Panel e del Bezel tipicamente anni '80, purtroppo non sarà possibile ripristinarle, ma a partire dal monitor, è possibile certamente intervenire in modo da rendergli maggiormente giustizia.
CONCOLEMAN ha scritto:I pulsanti vanno messi con una gradazione chi più chi meno no così come sono, probabilmente la plancia è piccola è in origine ospitava 4 pulsanti se non addirittura 3. Il layout utilizzato è stato usato solo in street fighter versione americana ma rapidamente sostituto perché non si adatta alla mano e risulta scomodo alla lunga . L'ideale è una curva con vari gradi asseconda delle esigenze personali
Che piacere leggere di qualcuno che si accorge di quanto ergonomicamente sia errata una disposizione di tasti simile...e vedere passato come riferimento il layout Sega che negli ultimi 15 anni avrò postato più e più volte, è altro motivo di piena approvazione.
Probabilmente in origine di tasti ne ospitava un paio, queste sono plance larghe meno di 60 cm e profonde una ventina, sistemarci su una doppia postazione con oltre 4 tasti, stona ed è ben poco fruibile.
gibranx ha scritto:Sf2 ne ha rovinate di plance!
Quanto sono d'accordo con te...pensare che il riferimento assoluto anche a livello di scelte tecniche debba essere SF2, è l'esemplificazione di un modello di mondo Arcade stile rotocalco da spiaggia. Ci sono giochi che non si possono giocare con quell'assurdo Layout orizzontale (Vanguard, Gun Smoke, tanto per trarne giù un paio...), mentre SF2 si gioca decisamente meglio con un CP ergonomico e come detto, se non si hanno ambizioni da Pro, quattro tasti sono più che sufficienti (i Pro sono molto giovani e non giocano a SF2, fra l'altro
).
DigDug ha scritto: ↑06/01/2021, 21:15
Tutto vero gibranx, peccato che non ci sia più un mercato dei monitor a tubo catodico, per cui bisogna andare sull'usato, sperando che non abbia problemi perché trovare qualcuno capace di ripararli é sempre più raro.
Approfitto per dire la mia in proposito.
A parte che tirar su qualche TV CRT, non dico dal cassonetto o dalla discarica (ma si farebbe bene), è ancora oggi possibile ed a collegarla con successo ad un cablaggio Jamma per utilizzo PCB o ad un PC (no altro, please...in un Upright ce n'è di spazio!) non ci vogliono particolari abilità di radiotecnico, ma vorrei soffermarmi su quanto segue:
la sala giochi, i baretti con Cab annesso, i circoli sportivi, ricreativi, delle vacanze, mare o montagna, dove abbiamo vissuto questi oggetti o non esistono più, oppure non sono più gli stessi...in tal senso già gli anni '90 erano moribondi, con sistemi casalinghi sempre più dominanti. Dal nuovo millennio poi, tutto ciò è scomparso nel modo in cui lo abbiamo conosciuto.
Ora ci restano questi oggetti, memoria del tempo che è stato e che non tornerà, tranne operazioni nostalgia e tentativi vari, più o meno simpatici o riusciti.
Cosa è importante preservare, quando il tempo passa? La memoria, collettiva e personale, anche attraverso "insignificanti" oggetti vintage come questi.
Nicola Salmoria, l'autore del progetto MAME, all'inizio dell'ormai lontano 1997, è partito con questo proposito: cosa resterà, quando spariranno i supporti fisici di tutte quelle schede gioco che abbiamo giocato da bambini o da ragazzi? Ad oggi ha lasciato un'eredità preziosa ed efficace, a cui tanti contribuiscono, per preservare la memoria.
Ai mobili Arcade invece, raramente viene riservato un trattamento di giusta conservazione che, personalmente, oggi non riesco più a spiegare.
E' vero, ci sono in giro tanti bravi hobbysti e restauratori, ma in particolar modo nel nostro paese, domina una sorta di distruzione di massa più o meno giustificata con la smania della moda e della vendita, o quantomeno una trasfigurazione dell'oggetto tipico anni '80, in un a sorta di feticcio post-moderno, che ovviamente non ha più alcun valore dal punto di vista storico.
Un pò come prendere una vecchia radio a valvole degli anni '30, dipingerla nero lucido perchè è cool, togliere tutto e metterci dentro un'autoradio con la presa USB, o quello che vi pare...ha davvero un senso?
Ormai tutto sommato questo discorso può andar bene anche per questi vecchi prontoscheda, che non avranno mai le pretese di un cab dedicato, ma che possono raccontare anche loro tanta storia...ed è la nostra, non quella di qualcun altro.